L’EFFETTO LOTO E LA BIOMIMETICA

L’effetto loto e la biomimetica

“Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata”: lo sosteneva Albert Einstein e per millenni artigiani ed inventori di ogni tipo si sono liberamente ispirati a questo tipo di approccio, proponendo forme e soluzioni perfette proprio perché in grado di fornire implicitamente risposte reali e concrete a tutte le problematiche poste. Questo approccio viene anche chiamato biomimetica.

Il loto in molti Paesi orientali è considerato simbolo di purezza, e nonostante i suoi fiori abbiano come habitat fiumi e laghi fangosi non li vedrete mai sporchi.

I botanici hanno studiato questo meccanismo e hanno in effetti appurato che ìqueste piante possiedono un meccanismo naturale di autopulitura, infatti sulle loro foglie l’acqua non viene trattenuta, scivolando via trasformandosi microgoccioline. Avete notato che sono sempre asciutte?

È il cosidetto effetto Loto. Questo è possibile perché le foglie di questa pianta sono rivestite da cristalli di una cera idrofobica di dimensioni nanometrice. L’area di contatto reale tra la goccia d’acqua e la superficie d’appoggio è solo del 3% di quella apparente, quindi il peso della goccia e la carenza di attrito la fanno scivolare via.

Ispirati dalle proprietà idrorepellenti della foglia di loto, un gruppo di scienziati in Cina ha scoperto un modo per conferire una finitura anti-appannamento, anti-corrosiva  e autopulente al vetro e ad altri materiali trasparenti.

Usando nanoparticelle di silicio che ricordano lamponi, gli scienziati del Chinese Academy of Sciences sono stati in grado di creare una superficie in vetro chiara, liscia e idrorepellente con buone proprietà di trasmissione anti-appannamento.

In futuro potrà essere usata per parabrezza di auto, finestre, celle solari, LED, schermi di televisori e telefoni, che perdono spesso la propria efficienza fino al 40% per l’accumulo di polvere o sporcizia anche dopo poco tempo dal primo utilizzo.

Lotusan produce pitture e intonaci a tecnologia Lotus-Effect®, in grado pulirsi autonomamente: lo sporco scivola via con la pioggia e la facciata resta pulita ed asciutta a lungo.

Lot’o’dry è un sistema integrato di finitura dei tessuti che tiene in considerazione tutti gli elementi che vanno a contribuire alla performance di idrorepellenza, partendo dalle materie prime, andando alla struttura tessile ed infine ai processi di finissaggio e controllo.

L’architetto e artista Luc Schuiten, osservando il Loto ha pensato ad un modello di città utopica, con il quale costruire, ispirata alla foglia del loto, che potrebbe sostituire i nostri tetti, grazie alla sua particolare forma che già in natura è in grado di incanalare l’acqua, creando una concavità all’interno dell’edificio e un sistema di tubi e vasche di raccolta per le acque piovane. Il progetto è stato esposto ad Artesella nel 2012

Insomma, il loto è davvero un’ispirazione portentosa!